La giovinezza
Nel bene o nel male, il Capitano è sempre il Capitano!!!!!!
Villagrande, il Paesino, sui Monti, ma non troppo.
Correva l'anno 1983.
Era passata la metà di Agosto, i turisti presenti a Villagrande si preparavano a rientrare e un filo di tristezza pervadeva il piccolo paese.
Io lavoravo con mio cugino Efrem, l'elettricista più bravo e più matto del pianeta,cominciavo a lavorare a metà giugno, finita la scuola e finivo a metà Settembre.
Non avevo bisogno di lavorare, mio Padre non mi faceva mancare niente, ma mi piaceva quel lavoro, Efrem mi teneva in regola (una rarità),
E prendere la busta paga mi faceva sentire un vero uomo, mio Padre capiva che imparavo a vivere e mi venerava. Io veneravo lui. E quei soldi, 700.000 Lire al mese circa, erano tutti per me e la sera facevano davvero comodo.
E non potevo nemmeno immaginare quanto mi sarebbero state utili quelle nozioni elettriche in futuro.
Inoltre l'anno prima avevo comprato con i miei soldi una Cagiva 125 WMX da Cross usata. Mi costò uno stipendio e mezzo.
Una belva da competizione, senza targa, ma nei sentieri dei miei monti i Carabinieri non rompevano molto i coglioni. Mia madre un pochino di più, aveva paura che mi facessi male.
Mio Padre la guardava come se volesse baciarla. Era lui ad avermi intriso l'anima per quella passione, ed era orgoglioso perché non avevo chiesto una Lira.
Capii a Gennaio di quell'anno quanto era orgoglioso di quel lavoro estivo e di quella moto sudata. Natale,il vero Babbo Natale, il mio Papà Natale, a Gennaio, prima del mio compleanno, mi aveva regalato la più bella moto che io abbia mai avuto, una favolosa Cagiva 125 SXT.
Era il suo modo per farmi capire la sua ammirazione. Ma questa era nuova di pacca e costava quanto la sua Fiat 128 usata.
Mi disse solo: "Però, prima di usarla, voglio vedere la patente "A". A scuola non mi impegnavo tanto, ma la patente la presi in meno di un mese. Costava 125000 Lire.
L'unica moto 125 cc. in mano a un sedicenne scriteriato a Villagrande.
In un paese dove al massimo si vedeva qualche Vespa 125 ET3, per il resto erano vespini e motorini, dal Benelli 48 al Ciao Piaggio, con tanto di pedali.
Quando me la porto su da dal concessionario di Rimini, mio Padre su quella moto mi sembrava un eroe, anzi, era un eroe, aveva 55 anni e tanta passione per le moto che pensavo che se la tenesse per lui. Ma lui era speciale, unico.
Quella moto mi fece fare una vera strage di turiste che venivano in vacanza con le famiglie. Non so se si innamoravano di me o della Cagiva, ma a me stava bene lo stesso.
L'inizio della scuola era ancora relativamente lontano e io mi apprestavo ad accogliere i Settembrini, quelle famiglie che venivano a riposarsi dopo la stagione negli Alberghi al mare.
In quel fine Agosto Efrem mi diede l'incarico di installare una antenna in una villetta estiva a Santa Rita. Non avrei mai immaginato che cosa mi avrebbe regalato quell'incarico che dovevo svolgere da solo.
Efrem mi portava al villaggio con il Furgone Ford alle 7:45 in punto, mi tornava a prendere alle 11.50, andavo a casa a mangiare, mi ripassava a prendere per essere alla villetta alle 13:50 e mi tornava a prendere alle 17.50 del pomeriggio. Non voleva che sprecassi i miei soldi nella benzina per la Moto. Era il titolare d'impresa più corretto che abbia mai conosciuto, ma aveva il difetto che gli piaceva farmi gli scherzi più assurdi. Il primo giorno scaricai gli attrezzi e i pezzi dell'antenna da montare, suonai il Campanello, la porta si aprì e Efrem parti con il Ford per altri cantieri più complessi.
CAGIVA 125 SXT - La Rubacuori.
Progetto Web di:
Emanuele Mazzocchetti