La sfida - Capitan Kappa

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Nel bene o nel male, il Capitano è sempre il Capitano!!!!!!
La sfida
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"Non voglio sentire una parola, evita le tue solite stronzate, evita di essere ficcanaso come sempre. Sono in ritardo di cinque minuti, e sottolineo cinque minuti, non succede mai". Appena salito sul furgone Ford misi subito in riga Efrem, in realtà lui non aspettava altro: "Carina da matti la moretta, immagino che sta partendo e tu non hai trombato nemmeno questa", disse sorridendo. Parti con una sgassata che il vecchio furgone emise una nuvola nera di fumo di gasoglio bruciato che per qualche secondo a Villagrande sembrava di essere a notte fonda, poi faceva finta di sbandare, sentivo attrezzi e componenti elettrici che sbattevano sul retro del furgone, ma lui rideva a crepapelle. Io gli gridai: "Se mi porti vivo a quel cazzo di villetta, forse questa sera finisco il lavoro, ma se continui a fare l'imbecille non ci arriveremo mai!!!!". Mi resi immediatamente di avergliela messa in bocca: "Perché? Pensi che con la bella belga possa andarti meglio? Io alla tua età l'avrei già fatta secca e lei avrebbe già conosciuto l'uccello italiano, coglione". Ma ero pronto: "Alla mia età pisciavi ancora nel letto e la zia Eva ti picchiava un giorno si e un giorno no, L'Angela, povera donna, ha fatto come Sant'Antonio, si è innamorata del baghino". Glielo ricordavo di continuo, ma era non serviva a niente.
Si rimise a ridere come un matto, no, era proprio matto. Ci misi 10 secondi a scaricare gli attrezzi.

La famigliola era già in piedi, facevano colazione in giardino, tutti mezzi nudi. Il signor Alain non era esattamente uno spettacolo, ma le donne erano favolose, madre e figlie.

Ma lo stronzo dal furgone non era ancora soddisfatto e grido a Elena: "Signora, mi faccia la cortesia di tenere d'occhio quel ragazzo, oggi è più incantato del solito, non so bene perché, ma se cade dal tetto mi tocca comprarlo nuovo e mia zia si arrabbia con me". E partì veloce.

Elena scoppio a ridere, io cercavo un cacciavite da tirargli dietro, ma quando hai fretta non trovi mai niente  e quando lo trovai ormai era lontano. Elena rideva mentre spiegava alla famiglia le parole di Efrem, Michelle , Ingrid e il signor Alain ridevano anche loro. Ridevano tutti. Tranne me. La famiglia sicuramente pensava che il mio essere 'Incantato' era dovuto alla bellezza delle ragazze ed era orgogliosa, Chi non lo sarebbe? Era vero, ma ero 'incantato' anche per le dolci parole di Sabrina. Elena mi guardo, ero imbarazzato e avevo il cacciaviti in mano, cercai di prendere coraggio e le dissi: "Elena, non si preoccupi, non siete in pericolo, il cacciaviti volevo tirarlo a quello str... a Efrem". Parlavo nel mio migliore francese ed era scarso. Si rimisero tutti a ridere. Gettai il cacciaviti nella borsa. Mi feci coraggio e mi avvicinai al tavolo imbandito. Salutai prima il signor Alain, poi Ingrid, poi Michelle (non volevo che si sentisse privilegiata) e infine mi rivolsi a Elena, le dissi: "Sign...." ma mi corressi subito, era Elena, una bellissima donna, Italiana come me, "Elena, mio cugino Efrem, come le ho detto ieri, è il nipote maggiore della famiglia di mio nonno Domenico, sono tre estati che lavoro con lui e so per certo che è il miglior elettricista del Pianeta, ma per diventarlo ha preso tante volte la scossa elettrica, anche ad alta tensione, e purtroppo ogni tanto gli si blocca qualche neurone nel cervello e dice stupidaggini." mi fermai e scoppiarono di nuovo a ridere. Poi mi rivolsi alle ragazze ma guardavo Michelle e dissi: "Signorine, se avete ancora un po di pazienza, questo ragazzo 'Incantato' entro oggi finisce di montare l'antenna, la collega ai televisori, così potrete guardare la TV e domattina potrete dormire tranquille senza il chiasso del mio tassellatore."
La famiglia mi ascoltava con attenzione, sapevano che facevo fatica ad esprimermi nella loro lingua, ma negli occhi di Michelle vidi qualcosa che somigliava un po ad un senso di tristezza. Era quello che volevo vedere. "Ora devo salire sul tetto".
Elena mi guardava con tanta stima. La guardai e le sorrisi. Aveva capito cosa eravamo io e Efrem, una coppia di scellerati di età differente, con gli stessi geni, ma professionali, seri e simpatici. I figli dei nostri Padri! Credo che mi ammirasse proprio, c'era in lei ancora tanta Italia e forse l'Italia sarebbe entrata anche nel cuore della bella Michelle.
Feci per girarmi, ma Michelle mi fermò, i suoi occhi svelavano un velo di tristezza. Disse: "Ma.... ma noi oggi andiamo al mare, stai dicendo che non ci vedremo più?" Io ripiombai nel panico. Quella ragazza era dolce,  ma emancipata, non era intimorita nei confronti dei genitori. Come già detto, a Rimini le ragazze erano come lei (Sabrina a parte) magari un pochino meno aperte.
Mi feci coraggio: "Michelle, Villagrande è un piccolo paesino di montagna, molto piccolo, non ha niente a che fare con Bruxelles, sono sicuro che ci vedremo ancora". La guardavo negli occhi e le sorridevo, non so dove trovavo le parole, ma aveva capito e i suoi occhi si illuminarono. Disse" Allora verrai al bar stasera? Ieri sera abbiamo conosciuto alcuni ragazzi e alcune ragazze che ti conoscono bene, ma non parlano bene il Francese come te", sapevamo entrambi che era una bugia, il francese era una materia che non mi piaceva e non mi impegnavo a scuola, ma mi lusingava comunque e continuò: "Questa sera i miei genitori ci portano al Bar, ma poi tornano qui e ritornano a prenderci a fine serata. Sarebbe bello se tu potessi passare un po di tempo con noi. Oppure sei impegnato anche stasera? Mi hanno detto che hai una ragazza, è vero? Potresti portare anche lei!".

A me tremavano le gambe nei blue jeans. Non capivo se ero incazzato perché i bastardelli Play Boy avevano parlato per mettermi fuori gara o se ero felice perché forse lei si era informata su di me.
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Mi volsi verso Elena, che venne subito in mio soccorso. "Michelle, non essere impertinente, cerca di non mettere in imbarazzo Emanuele, se può e se vuole venire al bar ci verrà, è un ragazzo speciale, studia, lavora, è bello e se vuole di ragazze ne può avere quante ne vuole. E comunque non devi invadere la sua vita privata. Sii rispettosa, in fondo, se sei così bella, è perché metà del tuo sangue (e sorrise al marito), più della metà,  viene da questo meraviglioso Paese."
Io avevo la lingua bloccata, Elena era nata qui e se fosse stata più giovane non avrei saputo scegliere fra madre e figlia. La ammiravo perché capiva che Michelle non voleva mettermi in imbarazzo, ma pensava che il temperamento forte di Michele avrebbe potuto mettermi in difficoltà.
Aveva anche capito che piacevo alla figlia e questo stranamente non la preoccupava affatto. Anche io adesso avevo capito con sicurezza che piacevo a Michelle, e la mia testa era in orbita  
Ma qualcosa dovevo dire, non volevo che Michelle si sentisse in imbarazzo, lei era solo sveglia e aperta. Adesso ero sicuro di piacerle e lei mi piaceva tanto.
Mi feci coraggio e un po imbarazzato fermai Elena, non so cosa mi dette il coraggio di dire quelle parole: "Elena, non si preoccupi, anche io come Efrem ho preso varie volte la scossa elettrica, quella mi mette in imbarazzo, ma sicuramente Michelle non lo fa, anzi, mi lusinga, è gentile e curiosa. Lo sono anche io".
Elena sorrise per la scossa. Poi mi rivolsi a Michelle: "Michelle, non ho una ragazza, ieri sera ero in compagnia di una amica, e sottolineo amica, che questa mattina è partita per tornare a Rimini. Abbiamo trascorso qualche ora insieme, è bella come te, ma non siamo fidanzati. Sapevo che partiva oggi e da amico dovevo salutarla". Altra bugia, "Ma tra me e lei c'è solo una buona amicizia. Non so cosa ti hanno detto i miei amici di Villagrande. ma so cosa ti avrei detto io se fossi stato in loro. Ti avrei mentito, ti avrei detto che quell'individuo con la faccia da matto con la Moto era fidanzato, cosi avrei eliminato un possibile concorrente che poteva corteggiarti".
Non avevo idea da dove mi venivano quelle parole, mentivo, ma in fondo non ero proprio fidanzato con Sabrina e Michelle era meravigliosa, quindi continuai: "Ti assicuro che verrò al bar questa sera. Non ho impegni con nessuna" e andai avanti come un treno: " Ma non mi venire a raccontare che ieri sera non ti sei divertita, perché appena me ne sono andato, tu e la tua bellissima sorella siete state prese d'assalto dai miei amici. Lo so per certo perché li ho incontrati più tardi, allo "Sci-Bar Pizzeria. Mi hanno letteralmente tempestato di domande su di te e tua sorella. Domande alle quali non ho risposto, primo perché vi conosco appena, secondo perché mio Padre Natale mi ha insegnato non si deve parlare nemmeno con gli amici delle ragazze che piacciono anche a me, lui dice che è una questione di rispetto nei confronti delle ragazze in generale, in parte lo penso anche io, ma io non parlo delle ragazze che mi piacciono per motivi meno nobili, non parlo per non perdere quel minimo di vantaggio che potrei avere".
Lo avevo detto con serietà. Ero meravigliato di me stesso.
Finalmente il viso di Michelle si illuminò in un sorriso immenso, era bella da morire, era felice e mi avrebbe rivisto la sera.
Io ero strabiliato da quello che avevo detto. Avevo ammesso che Michelle mi piaceva, ma non ero imbarazzato. E il mio Papà mi aveva aiutato senza nemmeno saperlo.
Elena, la Madre, se non fosse stata sposata mi avrebbe chiesto la mano li su due piedi. Scherzo. Ma sentivo che mi voleva bene, lo leggevo nei suoi occhi italiani.
Quel ragazzo di paese così libero, educato e cortese (al tempo lo ero quando volevo) la faceva sentire orgogliosamente Italiana e capiva che l'Italia era ancora la sua terra. Lo sarebbe stata per sempre. E sapeva che quella terra, attraverso quel ragazzo, sarebbe entrata anche nel cuore della bellissima figlia.
Michelle era ormai completamente affascinata da me. Mi guardava come se volesse mangiarmi, e c'era poco da mangiare perché ero pelle e ossa all'epoca.

"Adesso devo proprio salire sul tetto, come ho detto ieri sera, l'antenna non si monta da sola, quando arriva Efrem il cacciaviti lo tira lui a me e voi non potrete vedere la TV."
Il padre ridacchiava. Elena era sbalordita dalla mia audacia. Ingrid rideva, era bellissima anche lei, ma non aveva la stessa grinta di Michelle. Non avevo sentito ancora la sua voce.

Ma io avevo aperto una breccia nel cuore di Michelle come quella di Porta Pia.

Avevo messo Knock Out una famiglia intera.

Venti minuti dopo stavano partendo per il mare di Rimini, io ero sul tetto e prima di salire in macchina mi salutarono.
Il Signor Alain aveva una Alfa Romeo GTV Coupè. una macchina fantastica, naturalmente Italiana. Lo stile Italiano vinceva ovunque.

Salirono in macchina, ma Michelle non era ancora sicura, sentii aprire la portiera e la vidi avviarsi sul retro della villetta, sali la scala a pioli, mi guardò dritto negli occhi, io mi avvicinai al cornicione dove era appoggiata alla scala. Disse: "Sei un bel tipo, sei furbo, hai affascinato mia mamma e mi va bene. Stasera ti aspetto al bar, aspetto te, non i tuoi amici. Se non ti fai vedere, vengo a prenderti a casa. L'hai detto tu, il paese e piccolo e ti trovo". Era una ragazza da favola, impavida, diceva quello che aveva in testa. Ed si era innamorata di me. E io ero innamorato di lei, non lo sapevamo ancora con certezza, ma era così. Ma dovevo fare comunque il duro, ero comunque un duro montanaro. Italiano e montanaro. Le sorrisi: "Michelle, hai visto la mia moto ieri sera?" poi continuai: "In garage ne ho un'altra, da competizione, da fuoristrada. anche più alta di e potente di quella che hai visto. Non può circolare in strada, non è targata, ma da casa mia si entra direttamente nei boschi". e mi concentrai sui suoi occhi con sguardo di sfida. "Se non volessi farmi vedere, non mi troveresti mai. Adesso vai a fare il bagnetto al mare, non fare aspettare la tua Mamma". Scoppio a ridere, ma poi si fece seria e mi rispose: "Emanuele" la fermai, "mi chiamano tutti Lele, è più semplice e se fai la brava puoi chiamarmi così anche tu,ma ripeto, solo se fai la brava". E mi misi a ridere. Ma lei era una decisa e non era facile intimidirla. Mi disse: "Lele, te lo ripeto anche io, se non ti fai vedere stasera, vedrai cosa ti succede...." e spari sotto il cornicione.

Sentii l'ultima portiera della GTV chiudersi, mi sentivano ridere anche dalla macchina.
Che ragazza stupenda!!!!!!!
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